No, scherzavo.
Avendo poco o nulla da fare, ho deciso di lasciarvi qualche riga acida e antipatica sulla seconda stagione di American Horror Story.
Buona lettura mie provoline!
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American Horror Story Asylum è la prova evidente che i sequel sono sempre tragici errori e andrebbero, per questo, estirpati dalla faccia della terra.
Cari registi, il voto finale rasenta la sufficienza.
Nonostante il disastroso finale, la prima stagione Murder House è stata nel complesso molto bella e interessante (ne abbiamo parlato a lungo nel post precedente), ricca di colpi di scena e momenti di vero...horror, finalmente.
Per questo motivo ho iniziato a guardare la seconda serie con un certo ottimismo, convinta che i registi e gli attori fossero in grado di continuare alla perfezione una ficiton tanto studiata.
E invece, ecco che mi ritrovo di fronte una pellicola aborto.
Asylum è la sorellastra, la spina del fianco di Murder House, un sequel che non può minimamente competere nè continuare la saga horror di American.
Guardando Asylum mi è sembrato di osservare un film gotico di Tim Burton piuttosto che un terrificante horror.
Salvo le ambientazioni (losche e tenebrose al punto giusto), Asylum non ha una storia, una logica, un filo conduttore in grado di dare un perché al tutto.
Insomma, è un nonsense a 360° che cerca ironicamente e tristemente di imitare la prima serie.
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L'ambientazione questa volta è un manicomio, un luogo indubbiamente interessante sia per creare un ottimo horror, sia per continuare la denuncia verso la società americana di ieri e di oggi.
Diciamo che i registi provano nell'impresa, ma i successi sono scarsissimi.
Certo, è interessante notare la condizione disumana dei malati mentali (una realtà spesso scomoda alla storia umana, come tante altre) e la generale ipocrisia delle autorità religiose che gestiscono il centro, più interessate al denaro e alla fama anziché alla povertà evangelica (un argomento molto delicato da tirare in ballo).
Il malus è che queste due belle tematiche, almeno a parer mio, non sono state sfruttate appieno e hanno finito col perdersi nel labirinto vertiginoso della storia.
Nel giro di poche puntate sono entrati in gioco personaggi e storie che, a differenza della prima stagione, risultano eccessivi alla narrazione, scoordinati tra loro e senza un valido perché.
Asylum è una vera e propria insalata russa.
Abbiamo un thriller di prigionieri che tentano la fuga dal manicomio, una suora indemoniata, un'altra in crisi esistenziale, un folle omicida, uno scienziato pazzo-nazista e, per concludere in bellezza...
ALIENI CHE RAPISCONO PERSONE PER METTERLE INCINTE.
AH, NO, C'È ANNA FRANK.
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...Cari Registi.
In Murder House tutto ruotava attorno alla casa stregata, ognuno dei personaggi riusciva ad avere un senso logico e un retroscena valido.
Era una narrazione semplice ma ricca al tempo stesso di personaggi e tematiche facilmente intrecciabili.
In Asylum mi avete fatto sfilare davanti centinaia di personaggi e storie troppo lontane tra loro per essere degnamente collegate.
Siamo diventati sbruffoni? La prima stagione vi ha esaltato a tal punto da voler creare colossi ingestibili come questo schifo? Ma stiamo parlando con i registi di American o di Cloud Atlas??
Sarà scema io, ma di Asylum mi è piaciuto poco o nulla.
Per non parlare poi del FINALE (piccolo spoiler)!
Come tutti gli horror che si rispettino, i produttori hanno ben pensato a un Happy Ending con tanto di lacrime e sorrisi.
Ma dove stiamo?
Certo, si poteva finire comunque bene ma...non in questo modo.
Alcuni personaggi escono di scena prima del tempo, altri finiscono con il creare una storia nella storia, altri ancora si rovinano da soli così, senza un perché.
Altri ancora, spariscono e basta.
No, ragazzi.
Non è così che si dirige un American.
Ps. SI.
"The Name Game" è paradossalmente il momento più logico e amato di tutta la stagione.