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Buonasera a tutti e cinque gli utenti che leggono il blog.
Visto che ho un evidente spirito masochista, ho deciso che questo post sarà dedicato ad un anime giapponese molto noto tra i più: stiamo parlando di Shingeki no Kyojin che, tradotto per fare meno i fighi, diventa L'attacco dei Giganti.Lo so, lo so. È un titolo odi et amo, piaciuto ad alcuni e odiato da altri per svariati motivi.
Con questo post cercherò di farvi capire la mia posizione, più “ibrida” che estremista.Ma partiamo dall'inizio.Ho conosciuto l'anime grazie ad alcuni amici.La trama è apparentemente molto semplice: in un Medioevo alternativo assistiamo alla lotta sanguinosa tra l'umanità e i “Giganti”, creature mostruose comparse misteriosamente e decise a estinguere la razza umana. Chi vincerà? (mi fermo sennò via con gli spoiler!).Come per la maggior parte delle animazioni giapponesi sapevo dell'esistenza del manga, ma per istinto e curiosità ho deciso di fare l'eretica e approcciarmi prima al cartone.
Mai fu fatta scelta più saggia.
Non sono una fanatica di manga e
anime, anzi, state parlando
con una persona fin troppo occidentale: salvo per le mangiate di
sushi e le centinaia puntate di Dragonball, infatti, la mia infanzia
l'ho trascorsa leggendo romanzi e guardando Disney.
Insomma, sono una persona orribile.
Motivo per cui, quando ho iniziato
a guardarmi L'Attacco, non vi nascondo di aver covato sin da subito
un certo scetticismo made in
Europe.
“Sarà la solita giapponesata,
dove i cattivi saranno sconfitti dal solito idiota e dalla sua
amabile spasimante, bla bla bla.”
Cinque minuti dopo l'inizio, i miei
pensieri si sono raccolti e trasmutati in un unica soave parola, che
forse non si dovrebbe nemmeno scrivere in un blog intelligente (…)
come questo.
“Porcatroia.”
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Morti, sangue, giganti, urla,
lacrime.
La prima puntata di Attacco dei
Giganti è l'inferno
in tutto e per tutto. In soli 24 minuti (e sottolineo 24) l'autore ha
mostrato l'inimmaginabile, ha portato negli occhi dello spettatore
tutta l'angoscia, il terrore e il senso di vuoto provato dai
personaggi.
Il tutto accompagnato da una
colonna sonora...beh, dire maestosa è ancora poco.
Un insieme
di archi e timpani alimentato da un coro maschile e femminile
perfettamente allineato con il ritmo in crescendo della musica, a
sua volta assecondata
alle sequenze dell'animazione.
Ragazzi, non è da me dirlo ma
questa è una di quelle
poche opere capaci di trasmettere,
allo spettatore, un obiettivo da tempo estintosi nella maggior parte
delle case di
produzione.
La
scontatezza dei dialoghi e del finale, la piattezza dei personaggi e
della storia sono difetti che sicuramente non troverete in un anime
come questo.
Di
Attacco
si può dire tutto fuorché che sia banale o scontato. Con Shingeki
piangi con i protagonisti e ti nascondi di fronte ai Giganti,
creature nell'immaginario collettivo banali ma qui indubbiamente
terrificanti.
Nudi,
sguardo vacuo e sorriso. La ricetta perfetta per tornare bambini e
nasconderci sotto le coperte. I
giganti sono
la morte e la fine dell'umanità.
Non
servono i dialoghi a capirlo, basta ascoltare i loro passi e
osservare i loro volti.
No...cioè...ripasso dopo magari... |
Riuscirà
l'umanità rimasta ad affrontare il suo più grande nemico? Ci sono
davvero speranze? Cosa si nasconde dietro quelle creature mostruose?
Via via che passano le puntate, le stesse vicende si complicheranno
aprendo via via più interrogativi e lasciandovi
fino all'ultimo con il fiato sospeso.
Una
sofferenza con cui dovrete imparare a convivere, visto che la fine
dell'anime, anzi, del manga non è stata ancora decisa.
Quindi
sì, amici miei. Se siete intenzionati a guardarvi L'Attacco dei
Giganti, sappiate che l'anime s'interrompe alla puntata 25 e il manga
al volume 14.
E
qui, arriviamo alle note dolenti.
Già,
perché dopo essermi sparata come un cannone tutte le puntate, mi
sono fiondata sul manga, vinta dalla curiosità di sapere altre
informazioni ed evoluzioni sulla storia.
Non
l'avessi mai fatto.
Sarà
la mia mentalità europea, sarà che di manga ne capisco poco
ma...quello di Attacco dei Giganti è veramente brutto.
Rispetto
all'anime, che come abbiamo detto è Tanta roba, il manga è piatto
come una sogliola.
Emozioni
a zero, disegni bruttissimi (specialmente gli umani, che sono un
insulto al disegno giapponese) e noia nel leggerlo, anche quando si
tratta di momenti veramente importanti.
Penso
sia per questo motivo che Attacco si sia guadagnato una così ampia
schiera di haters (senza
contare gli avversari di
tutto-ciò-che-possa-diventare-potenzialmente-commerciale → quindi
tutto).
Forse è una tattica del disegnatore eh, che preferisce dettagliare i giganti e scarabocchiare gli umani...non lo so.
A me proprio non convince, non piace, non garba!
Forse è una tattica del disegnatore eh, che preferisce dettagliare i giganti e scarabocchiare gli umani...non lo so.
A me proprio non convince, non piace, non garba!
...Non mi garba, Gaspare! |
“Un
buon fumetto non si vede dall'anime, non
ci sono scuse!”
oppure
“Troppo
commerciale, troppo bimbominkia” vi
sentirete dire
dai sensei giappo/nerd.
Che
dire, se si parla del manga posso anche
comprenderli,
ma non mi va nemmeno di voltare le spalle a uno degli anime a
parer mio
più belli visti finora.
Poi,
ragazzi, le emozioni sono soggettive e probabilmente non è riuscito
a trasmettere le stesse cose all'intero globo. Ci sarà sicuramente
qualcuno che di fronte a gente sbranata viva ha semplicemente
esclamato un “Tutto qui?” per grattarsi poi le palle e
chi, invece, si è innamorato perdutamente del manga.
Insomma,
il mondo è bello perché vario!
Quello
in cui spero ora, per concludere il post, è che l'autore riesca a
concludere degnamente un'opera come questa, che non si perda in un
bicchier d'acqua e che sappia dare una risposta alle tremila domande
che ci ha lasciato in testa.
E,
soprattutto...CHE CONTINUI QUEL CAVOLO DI ANIME!!! RIVOGLIO I MIEI
CORI!
Vi
saluto, vado a coccolarmi con la Soundtrack ufficiale.
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