Voto: 6,5
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Ed eccoci qui, con il mio
primo post e il mio primo film da recensire.
La scelta cade su Frozen,
il film natalizio 2013 della ben nota Disney.
Di ambientazione
scandinava/fiabesca, la storia ha come protagoniste due sorelle
nonché principesse, di cui una (la maggiore), dotata del potere di
controllare il ghiaccio e la neve.
Una forza che, spesso,
non riesce a dominare, e che per questo le impedisce di rapportarsi
con la società e con la amata sorella.
La situazione arriverà a
un punto tale da spingere l'ormai sovrana a separarsi dal proprio
regno e a diventare, così, la “regina delle nevi” (la fiaba
prende spunto da quella di Andersen).
Spetterà alla sorella
minore salvare la situazione, che dopo la fuga della regina non farà
altro che peggiorare.
Questo è il mega
riassuntone della storia, privo di spoiler e utile per chi vuole
conoscere il film.
Da qui in poi
analizzeremo invece il cartone per chi l'ha già visto e vorrebbe,
come me, esprimere un parere in merito.
Dunque, come potete
vedere, il mio voto è un 6 abbondante ma nulla più.
I motivi sono molto
semplici e, purtroppo, fastidiosi.
Pur vantando una
scenografia spettacolare, con grafica assurda (e ci mancherebbe
altro, visto l'ampio budget di realizzazione!) e personaggi
esteticamente bellissimi, la Disney non ha saputo “cogliere
l'attimo fuggente” finendo, così, con il rovinare un
potenziale capolavoro.
A mio parere, ci sono
stati una valanga di errori inutili che hanno semplicemente
appesantito il film.
Il primo? Costante
carrellata
di canzoni, di cui la maggior parte senza senso,
noiose e fuori contesto. Ne ho contate circa 7 contro le
consuetudinarie (e sensate) 4-5.
Record pazzesco.
Diciamocelo apertamente:
togliendo le canzoni, il film arriva a durare meno di un'ora.
Qui non si tratta di
carenza di idee (a dire il vero, la storia va già bene così),
piuttosto di un loro mancato sviluppo o approfondimento.
Insomma, i personaggi ci
sono. Perché non approfondirli?
Ad esempio, sarebbe stato
bello conoscere il motivo del potere del ghiaccio di Elsa, così come
sarebbe stato bello, anzi, strabiliante conoscere meglio il suo
carattere, desideri e sogni.
L'unica canzone che ho
apprezzato e che ha cercato, nel limite del possibile, di riassumere
il concetto, è stata “Let it go”, accompagnata da una
scena veramente emozionante che mi ha riportato alla memoria la
malinconica e bellissima Ariel.
Non mi fermo a Elsa, le
idee avrebbero potuto svilupparsi davvero ovunque: l'origine dei
troll e perché vengono chiamati in causa dai sovrani, dove va a
finire il ghiaccio di Kristoff (un bambino spettatore non può non
chiederselo, soprattutto se si parla di una professione così strana
per lui!), il personaggio di Anna (rispetto alla sorella mi ha
colpito davvero poco) e, magari, uno sguardo d'insieme sulla storia
del regno.
Invece no.
Oltre alle canzoni
nosense, purtroppo, abbiamo i soliti personaggi secondari, utili solo
a far ridere.
Il problema è che
quest'anno proprio non riescono: non stiamo più parlando di buffoni
come gli animali di Rapunzel, che qualche risata l'hanno
strappata davvero.
La renna Sven, e in particolar
modo il pupazzo di neve Olaf, non sono serviti proprio a nulla.
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I pochi punti di forza
sovra-elencati (personaggi, grafica, ambientazioni) permettono quindi
al film di raggiungere la sufficienza.
Il punto in più lo
guadagna grazie a ben due colpi di scena assolutamente nuovi non solo
per la Disney ma anche per gli spettatori più affezionati: un
principe ipocrita e meschino (disposto persino a uccidere per il
potere) e il tanto atteso superamento dello stereotipato e conclusivo
'bacio del vero amore'.
Insomma, Frozen è quel
cartone che deve
essere visto ma non può essere amato.
Non da una generazione
come noi, almeno, forse troppo attaccata alla vecchia e tradizionale
Disney piuttosto che a questo enorme e canterino gigante commerciale.
Chi lo sa.
Voi, intanto, fatevi
un'idea e postatela qua sotto.
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