"La mia invenzione è destinata a non avere alcun successo commerciale."
Louis Loumière

giovedì 16 gennaio 2014

E Venne Il Giorno...si spera di no!

Voto: 6,5


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Ieri sera, non avendo nient'altro da fare che godermi la mia insonnia, ho deciso di guardarmi uno di quei film horror-thriller dagli aspetti discutibili: stiamo parlando di E Venne Il Giorno.
Premessa: non sono un'amante del genere, pertanto mi trovate veramente poco ferrata sulla questione. So che il film ha ricevuto molte critiche negative non tanto per i contenuti, piuttosto per lo scarso impegno del regista, il ben noto M. Night Shyamalan, autore di importanti pellicole (prima fra tutti, ricordiamo, Il Sesto Senso).
Insomma, poca roba per un personaggio di spicco come lui.
Io, vi dirò, l'ho trovato un film interessante.
Non stiamo certo parlando di un capolavoro a cinque stelle, sia chiaro, ma resta comunque una storia cupa e originale, che riesce a meritarsi la sufficienza senza troppi problemi.
Diciamocelo apertamente: al giorno d'oggi i film catastrofici non sono facili da produrre; il più delle volte sono situazioni viste e riviste, con trame, personaggi e finali già conosciuti.
In questo film, invece, si crea e si sviluppa qualcosa di assolutamente nuovo.  

Si sta come d'autunno...Copyright by: http://www.mnightfans.com

Partiamo dalla trama.
Ci troviamo in un parchetto di New York, in un giorno come tanti altri.
La gente cammina, gioca, corre, parla al telefono, fa le flessioni...
Improvvisamente, tutto cambia.
Basta una folata di vento per bloccare la situazione e spingere tutte le persone lì presenti a suicidarsi.
Così, d'un colpo. In perfetto silenzio.
Il fenomeno inizierà a estendersi fino a ricoprire un'ampia zona del territorio americano, dalle città più grandi a quelle più piccole.
Si pensa a un attentato terroristico, poi a un errore dovuto alle centrali nucleari per arrivare, solo infine, a trovare una teoria sufficientemente giusta: la colpa è tutta nelle piante.
Alberi, cespugli, prati e fiori comunicano tra loro diffondendo una tossina capace di confondere le persone e spingerle a uccidersi senza un valido motivo.
Il panico è alto, le persone fuggono e noi, spettatori, non possiamo far altro che vivere questa tragica situazione attraverso le vicende dei tre protagonisti della storia.

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Che dire, il film è riuscito a coinvolgermi parecchio.
I colori cupi, i momenti di silenzio durante le scene dei suicidi (finalmente un film senza urla o dialoghi scontati made in America!), l'assenza (o quasi) di sangue e altre schifoserie splatter (si muore in un sol colpo, in gelida calma e stasi), l'ondeggiare delle piante e le continue corse verso una teorica salvezza sono stati capaci di tenermi sveglia e attenta fino alla fine.
In ogni momento la domanda era sempre la stessa: E io cosa avrei fatto?
Esseri umani minacciati e uccisi da quello stesso elemento che gli consente la sopravvivenza: l'ossigeno.
Come spiegheranno a fine film, la natura si è ribellata, senza odio o doppi fini, contro una presenza divenuta scomoda e pericolosa per l'intero ecosistema: l'essere umano.
Le vie di fuga sono poche, se non nulle. 
Con questo meschino ma credibile sistema, l'uomo è destinato a estinguersi.  

È una trama povera, poverissima, ma nel complesso completa e funzionale.
Come ho già letto in diverse recensioni, le critiche più negative vanno ai protagonisti, che con le loro storie personali e i loro rapporti altalenanti non sono stati capaci di coinvolgere lo spettatore.
Non posso che condividere, anche se, a parer mio, l'errore sta solamente in un dettaglio:
I veri protagonisti di questo film, sono le piante.

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