Voto: 6,5
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Ieri sera, non avendo
nient'altro da fare che godermi la mia insonnia, ho deciso di
guardarmi uno di quei film horror-thriller dagli aspetti discutibili:
stiamo parlando di E Venne Il Giorno.
Premessa: non sono
un'amante del genere, pertanto mi trovate veramente poco ferrata
sulla questione. So che il film ha ricevuto molte critiche negative
non tanto per i contenuti, piuttosto per
lo scarso impegno del regista, il ben noto M. Night Shyamalan,
autore di importanti pellicole (prima fra tutti, ricordiamo, Il
Sesto Senso).
Insomma, poca roba per un
personaggio di spicco come lui.
Io, vi dirò, l'ho
trovato un film interessante.
Non stiamo certo parlando
di un capolavoro a cinque stelle, sia chiaro, ma resta comunque una
storia cupa e originale, che riesce a meritarsi la sufficienza
senza troppi problemi.
Diciamocelo apertamente:
al giorno d'oggi i film catastrofici non sono facili da produrre; il
più delle volte sono situazioni viste e riviste, con trame,
personaggi e finali già conosciuti.
In questo film, invece,
si crea e si sviluppa qualcosa di assolutamente nuovo.
Si sta come d'autunno...Copyright by: http://www.mnightfans.com |
Partiamo dalla trama.
Ci troviamo in un
parchetto di New York, in un giorno come tanti altri.
La gente cammina, gioca,
corre, parla al telefono, fa le flessioni...
Improvvisamente, tutto
cambia.
Basta una folata di vento
per bloccare la situazione e spingere tutte le persone lì presenti a
suicidarsi.
Così, d'un colpo. In
perfetto silenzio.
Il fenomeno inizierà a
estendersi fino a ricoprire un'ampia zona del territorio americano,
dalle città più grandi a quelle più piccole.
Si pensa a un attentato
terroristico, poi a un errore dovuto alle centrali nucleari per
arrivare, solo infine, a trovare una teoria sufficientemente giusta:
la colpa è tutta nelle piante.
Alberi, cespugli, prati e
fiori comunicano tra loro diffondendo una tossina capace di
confondere le persone e spingerle a uccidersi senza un valido motivo.
Il panico è alto, le
persone fuggono e noi, spettatori, non possiamo far altro che vivere
questa tragica situazione attraverso le vicende dei tre protagonisti
della storia.
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Che dire, il film è
riuscito a coinvolgermi parecchio.
I colori cupi, i momenti
di silenzio durante le scene dei suicidi (finalmente un film senza
urla o dialoghi scontati made in America!), l'assenza (o quasi) di
sangue e altre schifoserie splatter (si muore in un sol colpo,
in gelida calma e stasi), l'ondeggiare delle piante e le continue
corse verso una teorica salvezza sono stati capaci di tenermi sveglia
e attenta fino alla fine.
In ogni momento la
domanda era sempre la stessa: E io cosa avrei fatto?
Esseri umani minacciati e
uccisi da quello stesso elemento che gli consente la sopravvivenza:
l'ossigeno.
Come spiegheranno a fine
film, la natura si è ribellata, senza odio o doppi fini, contro una
presenza divenuta scomoda e pericolosa per l'intero ecosistema:
l'essere umano.
Le vie di fuga sono
poche, se non nulle.
Con questo meschino ma credibile sistema, l'uomo
è destinato a estinguersi.
È una trama povera,
poverissima, ma nel complesso completa e funzionale.
Come ho già letto in
diverse recensioni, le critiche più negative vanno ai protagonisti,
che con le loro storie personali e i loro rapporti altalenanti non
sono stati capaci di coinvolgere lo spettatore.
Non posso che
condividere, anche se, a parer mio, l'errore sta solamente in un
dettaglio:
I veri protagonisti di
questo film, sono le piante.
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